7. Il sacrificio di un giovane socialista

Ultima modifica 5 aprile 2018

l 21 luglio 1921 giungeva a Sarzana una colonna di circa 500 squadristi, guidati da Amerigo Dumini. Essi volevano liberare alcuni fascisti, tra cui Renato Ricci, che erano stati incarcerati per detenzione di armi. La squadra fascista veniva però osteggiata da alcuni carabinieri e guardie regie, e nello scontro armato che ne derivò rimasero uccisi 5 fascisti. Gli altri si disperdevano nelle campagne circostanti, dove alcuni contadini e gli Arditi del popolo provocano la morte di alcuni degli squadristi. Questi fatti ebbero un eco luttuoso anche a Cascina.
La notte tra il 21 e il 22 luglio 1921 infatti, i fascisti locali, guidati da Domenico Serlupi e Giovanni Zoccoli, avevano cercato di imporre agli abitanti del comune di esporre la bandiera a lutto alle proprie abitazioni. Giunti nella trattoria di Luigi Benvenuti ordinavano all'esercente di fare lo stesso e agli avventori di alzarsi in piedi. Di fronte al rifiuto di alcuni di loro, tra cui lo stesso Benvenuti, ne nasceva uno scontro armato, durante il quale il Serlupi sparava, uccidendo Luigi Benvenuti. Nella sparatoria uccideva per errore anche il camerata Zoccoli, e il ras fascista stesso, accoltellato, decedeva il giorno successivo.
In seguito a queste vicende, la rappresaglia fascista non tardò ad arrivare e la notte stessa un altro gruppo di fascisti si diresse a Chiesanuova, dove alcuni giovani aveva dato vita a un attivo gruppo antifascista. Si dirigevano presso l'abitazione del consigliere comunale socialista Bartoli, ma non trovandolo, si scagliarono contro il figlio, Archimede, che era intento ad attaccare le bestie al carro, e lo uccisero con quattro pugnalate nei pressi del fosso Emissario.

Collocazione targa: Santo Stefano a Macerata, piazza Archimede Bartoli.

Luigi Benvenuti